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PERIEGHESIS. VIAGGIO NELLA STORIA DEL PAESAGGIO AGRARIO DEL TARANTINO

La casa contadina

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La capanna preistorica

Buchi praticati nella calcarenite per l'impianto dei pali di una capanna, nel villaggio protostorico di Caprocella (Massafra).
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I villaggi pre- e protostorici erano costituiti da capanne circolari la cui pareti erano costituite da rami, tronchi d'albero o canne conficcati nel bancone tufaceo, cementate fra di loro ed intonacate poi con un impasto di argilla, terra e resti vegetali. Il pavimento era in genere costituito da cocciopesto. Nei periodi più bui dell'alto Medioevo molti pastori tornarono ad utilizzare capanne edificate con metodiche non dissimili da quelle dei suoi progenitori.

La casa-grotta

Le grotte naturali hanno sempre costituito un ottimo rifugio per gli uomini, che nel Paleolitico le elessero a loro dimora di elezione. In seguito (già nel corso del Neolitico, la grotta rivestì precipua funzione funeraria e cultuale. In epoca tardoantica la cultura dell'abitare in grotta tornò ad essere una consuetudine molto praticata.

In questo nuovo contesto, tuttavia, l'Uomo non si accontentò di adattarsi agli ambienti disponibili naturalmente, ma provvide ad apportare importanti modifiche agli ambienti naturali,ampliando spechi angusti, modificandone il profilo interno per adattarli alle proprie esigenze, e, soprattutto. creando anche ambienti ex novo: il tutto grazie ad una peculiare tecnica costruttiva che faceva uso di idonei arnesi.

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Una delle manifestazioni più eclatanti della regressione altomedievale è riscontrabile nel recupero ad uso abitativo di tombe a grotticella protostoriche (a sinistra quelle di Lonoce-Grottaglie) e le cave utilizzate per la costruzione delle città antiche, come uelle dei Castelli a Manduria (a destra)

Analogo significato (di ritorno a forme regressive di edilizia residenziale) ha anche la tendenza a riutilizzare in funzione abitativa, modificandole, strutture preesistenti nate per altre finalità, come cave e cisterne classiche, tombe a grotticella protostoriche o a camera classiche.

Nel corso dell'alto Medioevo la cultura del vivere in grotta ebbe la sua massima diffusione, dando vita alla vasta geografia della Civiltà Rupestre in terra jonica. Questa coincide con buona parte delle aree di affioramento della calcarenite, che, per le sue caratteristiche fisiche, costituiva il substrato ideale per questa edilizia in negativo.

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Due delle più accessoriate case-grotte del panorama rupestre jonico: a sinistra l'accesso ad una abitazione del casale di Petruscio (Mottola), con ben in vista il vano per l'allocazione della cisterna idrica; all'interno si scorge la bocca della cisterna granaria; a destra il frontespizio di una ampia ed articolata casa-grotta nel villaggio rupestre di San Simone a Crispiano

In questa maniera nacquero strutture architettoniche dalla planimetria anche molto articolata, che, ripetendo gli stessi moduli spaziali delle analoghe strutture sub divo, (andate perdute perchè costruite con materiali per lo più deperibile), ci consentono di conoscere l'organizzazione interna della casa contadina dell'epoca. La casa-grotta poteva far parte di complesse strutture insediative come i villaggi rupestri,

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Uno scorcio all'interno di una casa-grotta di Petruscio (Mottola): si noti il complesso articolarsi degli spazi interni e lungo le pareti

analoghi ai casali, oppure giacere isolata, rappresentando un'utile traccia per ricostruire il popolamento diffuso della campagna, che contraddistinse questa fase storica.

La tipica casa-grotta si presenta composta da uno o più ambienti, scanditi dalla presenza di colonne di sostegno; lungo le pareti si succedono nicchie, alcove, finestre, mensole, sedili, lucernari, anelli a clessidra, mangiatoie, camini; sul pavimento si trovavano le bocche delle cisterne, in genere una (in prossimità dell'ingresso) per la conservazione dell'acqua ed una (interna) per le derrate alimentari; sulla volta infine si aprivano fumaioli e pozzi luce.

Il trullo

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