UN'IPOTESI IDENTIFICATIVA PER LE CHIESE DELLA LAMA DI BELEVEDERE
Alcune testimonianze documentarie consentono di ipotizzare la dedicazione almeno della chiesa nuova. Si tratta di alcune pergamene presenti nell'archivio dell'abbazia di San Benedetto di Montecassino, risalenti al 1327 ed al 1369. In essi si fa riferimento ad una chiesa di San Nicola de Casaraczulo, di proprietà della chiesa di san Pietro Imperiale (attuale san Domenico, dipendente a sua volta dall'abbazia cassinense) e situata nei pressi della via pubblica per Grottaglie (il Tratturello Tarantino?), della lama vitiosa (poi divenuta la Lama di rose, coincidente con la parte terminale della gravina di Mazzaracchio) e le terre dell'abbazia del Galeso. Un altro documento riferisce inoltre come nel 1538 il capitano Donato Nasisi istituisse un beneficio di giuspatronato all'interno della chiesa di San Nicola di Casazzulo, allora presente nelle pertinenze della sua masseria, nota all'epoca come di Aere vetere e comprendete le attuati masserie Nasisi e Vaccarella. Altre attestazioni di fine Cinquecento, provenienti dai resoconti delle visite pastorali di Monsignor Brancaccio, le terre notatas de Casazzulo coincidono con quelle dell'attuale masseria di Taccone, originariamente di proprietà dell'abbazia di santa Maria del Galeso. Ricomponendo il puzzle dei dati emergenti dalla documentazione d'archivio, tutti risultano compatibili con la identificazione della chiesa nuova con quella di San Nicola de' Casazzuli. Anche la lettura della iconografia residua pare confortare tale ipotesi.